DOMENICA DI PASQUA “IN RESURRECTIONE DOMINI” VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE

SOLENNE INIZIO
DELLA VEGLIA
O “LUCERNARIO”
Si spengono le luci della chiesa. L’assemblea, che celebra la veglia, si raduna fuori della chiesa. Qui sul sagrato si svolge un rito molto significativo: la liturgia della Luce. Il rito del fuoco fa volgere lo sguardo a Cristo, come alla vera luce, che è stata messa da Dio nel cosmo e nell’umanità.
GUIDA:
Chèe di usnot a è la “mâri di dutes las vêgles”, la plui vecje, la prime fieste cristiane. Cun nou usnot ogni batiât al celebre la resurezion dal Signôr, la vitorie sul mâl, il vinci da vite, la lûs che nissune not a po’ scjafoâ. In cheste prime part a celebrìn la liturgje da lûs. Il rito da benedizion dal fûc a nus fâs cjalâ a Crist vere lûs, vêr cjalt, vere fuarce metude da Diu intal mieç di nou oms.
Al ven inpiât il ceri di Pasche: al è il segnâl da presince dal Signôr e nou a cjaparìn da lui, cu las nostes cjandeles, la lûs pa noste vite.
BENEDIZIONE DEL FUOCO
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre, e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.
E con il tuo spirito.
Sorelle e fratelli, in questa santissima notte, nella quale Gesù Cristo nostro Signore passò dalla morte alla vita, la Chiesa, diffusa su tutta la terra, chiama i suoi figli a vegliare in preghiera. Rivivremo la Pasqua del Signore nell’ascolto della Parola e nella partecipazione ai Sacramenti; Cristo risorto confermerà in noi la speranza di partecipare alla sua vittoria sulla morte e di vivere con lui in Dio Padre.
Preghiamo
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici † questo fuoco nuovo, fa che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno. Per Cristo nostro Signore. Amen.
PREPARAZIONE DEL
CERO PASQUALE
Il Cristo ieri e oggi Principio e fine Alfa e Omega. A lui appartengono il tempo e i secoli. A lui la gloria e il potere per tutti i secoli in eterno. Amen.
Per mezzo delle sue sante piaghe gloriose ci protegga e ci custodisca il Cristo Signore. Amen.
La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito. Amen.
Lumen Christi. Deo grátias.
ANNUNCIO PASQUALE
(EXULTET)
Esulti il coro degli angeli, esulti l’assemblea celeste: un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.
Gioisca la terra inondata da così grande splendore: la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo.
Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore, e questo tempio tutto risuoni per le acclamazioni del popolo in festa.
Dominus vobiscum.
Et cum spiritu tuo.
Sursum corda.
Habemus ad Dominum.
Gratias agamus Domino Deo nostro.
Dignum et justum est.
È veramente cosa buona e giusta esprimere con il canto l’esultanza dello spirito, e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente, e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.
Egli ha pagato per noi all’eterno Padre il debito di Adamo, e con il sangue sparso per la nostra salvezza ha cancellato la condanna della colpa antica.
Questa è la vera Pasqua, in cui è ucciso il vero Agnello, che con il suo sangue consacra le case dei fedeli.
Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri, dalla schiavitù dell’Egitto, e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.
Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato con lo splendore della colonna di fuoco.
Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo, li consacra all’amore del Padre e li unisce nella comunione dei santi.
Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte risorge vincitore dal sepolcro.
Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti.
Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace.
O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore!
In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode, che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri, nella solenne liturgia del cero, simbolo della nuova luce.
Ti preghiamo dunque, Signore, che questo cero, offerto in onore del tuo nome per illuminare l’oscurità di questa notte, risplenda di luce che mai si spegne.
Salga a te come profumo soave, si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino, quella stella che non conosce tramonto: Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena e vive e regna nei secoli dei secoli.
SECONDA PARTE:
liturgia della parola
Dopo il solenne inizio della Veglia viene proposta una serie di letture dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Le grandi tappe della storia della salvezza assumono il loro pieno significato alla luce di Cristo.
GUIDA:
In cheste vêgle di Pasche a scoltìn la storie di un popul ch’al vûl cjatâ Diu, il grant misteri ch’a è la vite e ch’al crèe la vite.
Il Diu ch’al libare, ch’al sostente, ch’al dà fuarce e ch’al fâs vivi par in eterno.
Cheste storie a è encje la storie di une umanitât ch’a sfadìe a cirî e a domande: Diu dulà sestu?
A è la storie e la fadie di duc’ nou.
La Pasche dal Signôr a è une rispueste sigure: Diu al è dongje di te…
PRIMA LETTURA
Dio vide tutto quello che aveva fatto: era cosa molto buona.
Dal libro della Genesi 1,1.26-31
Dio disse: “Facciamo l’uomo: sia simile a noi, sia la nostra immagine. Dominerà sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, sugli animali selvatici e su quelli che strisciano al suolo”. Dio creò l’uomo simile a sé, lo creò a immagine di Dio, maschio e femmina li creò.
Li benedisse con queste parole: “Siate fecondi, diventate numerosi, popolate la terra. Governatela e dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su tutti gli animali che si muovono sulla terra”. Dio disse: “Vi do tutte le piante con il proprio seme, tutti gli alberi da frutta con il proprio seme. Così avrete il vostro cibo. Tutti gli animali selvatici, tutti gli uccelli del cielo e tutti gli altri viventi che si muovono sulla terra mangeranno l’erba tenera”.
E così avvenne.
E Dio vide che tutto quel che aveva fatto era davvero molto bello.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
(dal Salmo 103)
Rit. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici il Signore, anima mia. / Signore, mio Dio, quanto sei grande. / Rivestito di maestà e di splendore, / avvolto di luce come di un manto. Rit
Hai fondato la terra sulle sue basi, / mai potrà vacillare. / L’oceano l’avvolgeva come un manto, / le acque coprivano le montagne. Rit.
Fai scaturire le sorgenti nelle valli / e scorrono tra i monti. / Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo, / cantano tra le fronde. Rit.
Dalle tue alte dimore irrighi i monti, / con il frutto delle tue opere sazi la terra. / Fai crescere il fieno per gli armenti / e l’erba al servizio dell’uomo. Rit.
Quanto sono grandi, Signore, le tue opere. / Tutto hai fatto con saggezza, / la terra è piena delle tue creature. / Benedici il Signore, anima mia. Rit.
SECONDA LETTURA
Il sacrificio di Abramo nostro padre nella fede.
Dal libro della Genesi (22,1-18)
Qualche tempo dopo Dio mise alla prova Abramo. Lo chiamò: “Abramo!”.
Egli rispose: “Eccomi!”. Dio gli disse: “Prendi il tuo figlio Isacco, il tuo unico figlio, che tu ami molto, e va’ nel territorio di Moria. Là, su un monte che io ti indicherò, lo offrirai a me in sacrificio”.
La mattina seguente di buon’ora Abramo spaccò la legna per il sacrificio e la caricò sull’asino. Prese con sé Isacco e due servi, e si avviarono verso il posto che Dio aveva indicato. Il terzo giorno, Abramo, alzati gli occhi, vide il luogo lontano. Allora disse ai suoi servitori: “Rimanete qui con l’asino. Io e il ragazzo andremo là per adorare Dio. Poi torneremo”.
Abramo prese la legna per il sacrificio e la pose sulle spalle di suo figlio Isacco; egli stesso portava il coltello e carboni ardenti per accendere il fuoco. Mentre camminavano insieme l’uno accanto all’altro Isacco disse: “Padre!”. “Sì, figlio mio”, gli rispose Abramo.
E Isacco: “Abbiamo il fuoco e la legna, ma dov’é l’agnello per il sacrificio?”.
Abramo rispose: “Ci penserà Dio stesso, figlio mio!”.
E i due proseguirono insieme il loro cammino. Quando giunsero al luogo che Dio aveva indicato, Abramo costruì un altare e preparò la legna, poi legò Isacco e lo pose sull’altare sopra la legna. Quindi allungò la mano e afferrò il coltello per sgozzare suo figlio.
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo: “Abramo, Abramo!”.
“Eccomi!”, gli rispose Abramo.
E l’angelo: “Non colpire il ragazzo. Non fargli alcun male! Ora ho la prova che tu ubbidisci a Dio, perché non gli hai rifiutato il tuo unico figlio”.
Abramo alzò gli occhi, guardò attorno e vide dietro di lui un montone impigliato per le corna in un cespuglio.
Andò a prenderlo e lo offrì in sacrificio al posto di suo figlio.
Abramo chiamò quel luogo “Il Signore provvede”, e ancora oggi la gente dice: “Sul monte il Signore provvede”.
Dal cielo l’angelo del Signore chiamò Abramo per la seconda volta e gli disse: “Così parla il Signore: Perché ti sei comportato così, perché non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, giuro su me stesso: io ti benedirò in modo straordinario e renderò i tuoi discendenti numerosi come le stelle del cielo, come i granelli di sabbia sulla spiaggia del mare.
Essi si impadroniranno delle città dei loro nemici. E per mezzo dei tuoi discendenti si diranno benedetti tutti i popoli della terra perché tu hai ubbidito alla mia parola”.
Parola di Dio. Rendiamo grazie e Dio.
SALMO RESPONSORIALE
(dal Salmo 15)
Rit. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: / nelle tue mani è la mia vita. / Io pongo sempre innanzi a me il Signore, / sta alla mia destra, non posso vacillare.
Rit. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio
Di questo gioisce il mio cuore, / esulta la mia anima; / anche il mio corpo riposa al sicuro, / perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, / né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. Rit.
Mi indicherai il sentiero della vita, / gioia piena nella tua presenza, / dolcezza senza fine alla tua destra. Rit.
TERZA LETTURA
Gli Israeliti camminarono sull’asciutto inmezzo al mare.
Dal libro dell’Esodo (14,15-15,1)
Il Signore disse a Mosé: “Perché mi chiami in aiuto? Ordina piuttosto agli Israeliti di riprendere il cammino! Prendi in mano il bastone e stendilo sul mare. Così aprirai un passaggio nel mare perché gli Israeliti possano camminarvi all’asciutto.
Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, perché li inseguano dentro il mare. Io dimostrerò la mia gloria sconfiggendo il faraone e tutto il suo esercito, i suoi carri da guerra e i suoi cavalieri.
Quando avrò distrutto carri e cavalieri del faraone, gli Egiziani sapranno che io sono il Signore!”.
L’angelo di Dio che precedeva gli Israeliti passò dietro al loro accampamento. Anche la nube che era davanti a loro passò dietro e si collocò tra l’accampamento degli Egiziani e quello di Israele.
Durante la notte gli uni non poterono avvicinarsi agli altri, perché la nube era oscura da una parte, mentre faceva luce dall’altra.
Allora Mosè stese il braccio sul mare. Per tutta la notte il Signore fece soffiare da oriente un vento così forte che spinse via l’acqua del mare e lo rese asciutto.
Le acque si divisero e gli Israeliti entrarono nel mare all’asciutto: a destra e a sinistra l’acqua era per loro come un muro.
Gli Egiziani li inseguirono: tutti i cavalli del faraone, i carri da guerra e i cavalieri entrarono nel mare dietro a loro. Sul far del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di nubi gettò lo sguardo sul campo degli Egiziani e li mise in fuga. Frenò le ruote dei loro carri, così che a fatica riuscivano a spingerli. Allora gli Egiziani dissero: “Fuggiamo lontano dagli Israeliti perché il Signore combatte con loro contro di noi!”.
Il Signore disse a Mosè: “Stendi di nuovo il braccio sul mare: le acque ritornino sui carri da guerra e sui cavalieri egiziani!”. Mosè ubbidì.
Sul far del mattino il mare tornò al suo livello normale. Gli Egiziani in fuga gli si diressero contro. Il Signore li travolse così nel mare. Le acque ritornarono e sommersero tutti i carri e i cavalieri dell’esercito del faraone che avevano inseguito Israele nel mare: neppure uno si salvò! Invece gli Israeliti avevano camminato all’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque a destra e a sinistra erano per loro come un muro.
Così quel giorno il Signore salvò Israele dalla minaccia degli Egiziani. Gli Israeliti videro i cadaveri degli Egiziani sulla riva del mare e riconobbero la potenza con cui il Signore era intervenuto contro l’Egitto. Per questo il popolo fu preso da timore per quel che il Signore aveva fatto ed ebbe fiducia in lui e nel suo servo Mosè.
Allora gli israeliti cantarono questo cantico al Signore e dissero:
SALMO RESPONSORIALE
(Esodo 15,1-7. 17-18)
Rit. Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria!
“Voglio cantare in onore del Signore: / perché ha mirabilmente trionfato, / ha gettato in mare cavallo e cavaliere. / Mia forza e mio canto è il Signore, / egli mi ha salvato. / È il mio Dio e lo voglio lodare, / è il Dio di mio padre / e lo voglio esaltare. Rit.
Dio è prode in guerra, / si chiama Signore. I carri del faraone e il suo esercito / ha gettato nel mare e i suoi combattenti scelti / furono sommersi nel Mare Rosso. / Gli abissi li ricoprirono, / sprofondarono come pietra. Rit.
La tua destra, Signore, / terribile per la potenza, la tua destra, Signore, / annienta il nemico, con sublime grandezza abbatti i tuoi avversari. Rit.
Fai entrare il tuo popolo / e lo pianti sul monte della tua eredità, / luogo che per tua sede, / Signore, hai preparato, / santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato. / Il Signore regna in eterno e per sempre! Rit.
PREGHIAMO
O Dio, che nelle pagine dell’Antico e nuovo Testamento ci hai preparato a celebrare il mistero pasquale, fa’ che comprendiamo l’opera del tuo amore per gli uomini, perché i doni che oggi riceviamo confermino in noi la speranza dei beni futuri. Per Cristo nostro Signore. Amen.
SI ACCENDONO LE CANDELE DELL’ALTARE. SI SUONANO LE CAMPANE A FESTA. IL SACERDOTE INTONA L’INNO:
GLORIA IN EXCELSIS DEO
Et in terra pax hominibus bone voluntatis. / Laudamus te. / Benedicimus te. / Adoramus te. / Glorificamus te. / Gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam. / Dòmine, Deus, Rex caelèstis. Deus Pater omnipotens. / Dòmine Fili unigènite, Iesu Christe. / Dòmine Deus, Agnus Dei, Filius Patris: / Qui tollis peccata mundi, miserere nobis. / Qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram. / Qui sedes ad dèxteram Patris, miserère nobis. / Quoniam tu solus Sanctus. / Tu solus Dominus. / Tu solus Altissimus: Iesu Christe, / Cun Sancto Spiritu, in gloria Dei Patris. Amen.
PREGHIAMO
O Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della risurrezione del Signore, ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione, perché tutti i tuoi figli rinnovati nel corpo e nell’anima, siano sempre fedeli al tuo servizio. Per Cristo il nostro Signore. Amen
EPISTOLA
Come battezzati, siamo chiamati a morire al peccato per risorgere alla vita nuova in Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (6,3-11)
Fratelli, vi siete dimenticati che il nostro battesimo unendoci a Cristo ci ha uniti alla sua morte? Per mezzo del battesimo che ci ha uniti alla sua morte, siamo dunque stati sepolti con lui, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la potenza gloriosa del Padre, così anche noi vivessimo una nuova vita. Infatti, se siamo stati totalmente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con una risurrezione simile alla sua.
Una cosa sappiamo di certo: quel che eravamo prima ora è stato crocifisso con Cristo, per distruggere la nostra natura peccaminosa e liberarci dal peccato. Colui che é morto è libero dal dominio del peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che vivremo con lui, perché sappiamo che Cristo, risuscitato dai morti, non muore più: la morte non ha più potere su di lui. Quando egli morì, morì nei confronti del peccato una volta per sempre, ma ora vive, e vive per Dio. Così, anche voi, consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, con Cristo Gesù.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
(dal Salmo 117)
Rit. (CANTATO IN MODO SOLENNE)
Alleluia, alleluia, alleluia.
Celebrate il Signore, perché è buono; / perché eterna la sua misericordia. / Dica Israele che egli è buono: / eterna è la sua misericordia.
Alleluia, alleluia, alleluia.
La destra del Signore si è alzata, / la destra del Signore ha fatto meraviglie. / Non morirò, resterò in vita / e annunzierò le opere del Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia.
La pietra scartata dai costruttori / è divenuta testata d’angolo; / ecco l’opera del Signore: / una meraviglia ai nostri occhi.
Alleluia, alleluia, alleluia.
VANGELO
L’espressione: “E’ risorto!” esprime la fede della Chiesa nel Cristo vivente e operante nella storia.
Dal vangelo secondo Luca (24.1-12)
Il primo giorno della settimana, di buon mattino le donne andarono al sepolcro di Gesù, portando gli aromi che avevano preparato per la sepoltura. Videro che la pietra che chiudeva il sepolcro era stata spostata. Entrarono nel sepolcro, ma non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Le donne stavano ancora lì senza sapere che cosa fare, quando apparvero loro due uomini con vesti splendenti. Impaurite, tennero la faccia abbassata verso terra. Ma quegli uomini dissero loro: ‘Perché cercate tra i morti colui che è vivo? EgIi non si trova qui ma è risuscitato! Ricordatevi che ve lo disse quando era ancora in Galilea. Allora vi diceva: ‘È necessario che il Figlio dell’uomo sia consegnato nelle mani di persone malvagie e queste lo crocifiggeranno. Ma il terzo giorno risusciterà’’. Allora le donne si ricordarono che Gesù aveva detto quelle parole. Lasciarono il sepolcro e andarono a raccontare agli undici discepoli e a tutti gli altri quello che avevano visto e udito. Erano Maria, nativa di Màgdala, Giovanna e Maria, madre di Giacomo. Anche le altre donne che erano con loro riferirono agli apostoli le stesse cose. Ma gli apostoli non vollero credere a queste parole. Pensavano che le donne avevano perso la testa. Pietro però si alzò e corse al sepolcro. Guardò dentro, e vide solo le bende usate per la sepoltura. Poi tornò a casa pieno di stupore per quello che era accaduto.
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
TERZA PARTE:
LITURGIA BATTESIMALE
Ha inizio il rito della benedizione del fonte battesimale. A questo fonte le persone saranno rigenerate alla vita di Dio. Si recitano poi le Litanie dei Santi. L’assemblea, pellegrina sulla terra è in comunione con quella della Gerusalemme celeste.C’è, infine, la Rinnovazione delle promesse battesimali.
GUIDA:
La not di Pasche a è stade par secui la not dulà che i nûs fîs a entravin tal grim da famèe da Mâri Gleisie. Dopo agns di preparazion ài vignivin batiâz, vescolâz e ametûz a cene dal Signôr, a entravin a fâ part da comunions dai sanz: cussì a si clamàvin fra di lôr i cristians. La comunitât che jù veve judâz ta strade da preparazion a garantive par lôr e a scoltave la lôr promesse di fedeltât al vanzeli dal Signôr, la promesse di fêde. Encje usnot, ta comunion dai sanz a preìn il Spirit dal Signôr su cheste âghe, parceche cui ch’al sarà batiât al vêbi la samence da vite ch’a no à fin.
LITANIE
Signore, pietà.
Cristo, pietà.
Signore, pietà.
Santa Maria, Madre di Dio prega per noi
Santi Angeli di Dio pregate per noi
Santi Apostoli ed
Evangelisti pregate per noi
San Giuseppe prega per noi
Santi discepoli del
Signore pregate per noi
Santi martiri di Cristo pregate per noi
Santa Maria Maddalena prega per noi
San Gregorio prega per noi
Sant’Agostino prega per noi
Sant’Atanasio prega per noi
San Basilio prega per noi
Sant’Ignazio di
Antiochia prega per noi
San Lorenzo prega per noi
Santa Teresa d’Avila prega per noi
Sante Perpetua
e Felicita pregate per noi
Sant’Agnese prega per noi
Santi Cirillo e Metodio pregate per noi
San Benedetto prega per noi
San Francesco prega per noi
San Domenico prega per noi
San Francesco Saverio prega per noi
Santa Lucia prega per noi
Santa Appolonia prega per noi
Santi Ermagora e
Fortunato pregate per noi
San Rocco prega per noi
Santa Caterina prega per noi
San Giovanni Battista prega per noi
Santi Pietro e Paolo pregate per noi
Sant’ Andrea prega per noi
San Giovanni
Nepomuceno prega per noi
San Giorgio prega per noi
San Martino prega per noi
Santo Stefano prega per noi
Santi e sante di Dio pregate per noi
Nella tua misericordia: salvaci, Signore
Da ogni male salvaci, Signore
Da ogni peccato salvaci, Signore
Dalla morte eterna salvaci, Signore
Per la tua incarnazione salvaci, Signore
Per la tua morte e
risurrezione salvaci, Signore
Per il dono dello
Spirito Santo salvaci, Signore
Noi peccatori,
ti preghiamo: ascoltaci, Signore
Benedici e santifica con la grazia del tuo Spirito questo fonte battesimale da cui nascono i tuoi figli ascoltaci, Signore
Gesù Figlio del Dio vivente, ascolta la nostra supplica.
(Si ripete) Gesù Figlio del Dio vivente, ascolta la nostra supplica.
BENEDIZIONE DELL’ACQUA LUSTRALE
Sorelle e fratelli carissimi, preghiamo umilmente il Signore Dio nostro perché benedica quest’acqua con la quale saremo aspersi in ricordo del nostro Battesimo. Il Signore ci rinnovi interiormente perché siamo sempre fedeli allo Spirito che ci è stato in dato dono. Signore Dio nostro, sii presente in mezzo al tuo popolo, che veglia in preghiera in questa santissima notte, rievocando l’opera ammirabile della nostra creazione e l’opera ancor più ammirabile della nostra salvezza. Degnati di benedire † quest’acqua, che hai creato perché dia fertilità alla terra, freschezza e sollievo ai nostri corpi. Di questo dono della creazione hai fatto un segno della tua bontà: attraverso l’acqua del Mar Rosso hai liberato il tuo popolo dalla schiavitù; nel deserto hai fatto scaturire una sorgente per saziare la sua sete; con l’immagine dell’acqua viva i profeti hanno preannunziato la nuova alleanza che tu intendevi offrire agli uomini. Infine nell’acqua del Giordano, santificata dal Cristo, hai inaugurato il sacramento della rinascita, che segna l’inizio dell’umanità nuova libera dalla corruzione del peccato. Ravviva in noi, Signore, nel segno di quest’acqua benedetta, il ricordo del nostro Battesimo, perché possiamo unirci all’assemblea gioiosa di tutti i fratelli, battezzati nella Pasqua di Cristo nostro Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
RINNOVAZIONE DELLE
PROMESSE BATTESIMALI
Sorelle e fratelli carissimi, per mezzo del Battesimo siamo divenuti partecipi del mistero pasquale del Cristo, siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, per risorgere con lui a vita nuova. Ora, al termine del cammino penitenziale della Quaresima, rinnoviamo le promesse del nostro Battesimo, con le quali un giorno abbiamo rinunziato a Satana e alle sue opere e ci siamo impegnati a servire fedelmente Dio nella santa Chiesa cattolica.
Celebrante. Rinunziate a Satana? Rinuncio.
C. E a tutte le sue opere? Rinuncio.
C. E a tutte le sue seduzioni? Rinuncio.
C. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
Credo Signore. Amen.
C. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti, e siede alla destra del Padre?
Credo Signore. Amen.
C. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
Credo Signore. Amen.
C. Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia in Cristo Gesù nostro Signore, per la vita eterna. Amen.
Il sacerdote asperge l’assemblea con l’acqua benedetta.
Ecco l’acqua, che sgorga dal tempio santo di Dio e a quanti giungerà quest’acqua porterà salvezza ed essi canteranno di gioia. Alleluia, alleluia.
ALLELUIA, A COLUI
CHE RISUSCITò
Rit. Alleluia, alleluia a colui che risuscitò \ Alleluia, alleluia, gloria al nome di Gesù!
1. Cristo è il Signor del mondo intero: \ Gesù il Re del creato. Rit.
2. Portiamo a tutti il suo Vangelo: \ Gesù è morto e risorto. Rit.
3. Dio effonde la sua pace, \ che ogni uomo attende. Rit.
SULLE OFFERTE
Accogli, Signore, le preghiere e le offerte del tuo popolo, perché questo santo mistero, gioioso inizio della celebrazione pasquale, ci ottenga la forza per giungere alla vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori.
Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore il nostro Dio.
È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questa notte nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. È Lui il vero agnello che ha tolto i peccati del mondo, è lui che morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l’umanità esulta su tutta la terra, e con l’assemblea degli angeli e dei santi canta l’inno della tua gloria.
Sanctus, sanctus, sanctus Dòminus Deus Sabaoth. Pleni sunt cæli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Dòmini. Hosanna in excelsis.
Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità. Ti preghiamo: santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito perché diventino per noi il Corpo e † il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo.
Egli, consegnandosi volontariamente alla sua passione, prese il pane, rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi.
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice, di nuovo rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.
Fate questo in memoria di me.
Mistero della fede.
Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.
Preghiamo insieme Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro papa Francesco, il nostro vescovo Riccardo, i presbiteri i diaconi. Ricordati dei nostri fratelli e sorelle, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e, nella tua misericordia, di tutti i defunti: ammettili alla luce del tuo volto. Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, san Giuseppe, suo sposo, gli apostoli e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi, e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua lode e la tua gloria.
Guidati dallo Spirito di Gesù e illuminati dalla sapienza del vangelo cantiamo insieme:
Pater noster, qui es in cælis: santificetur nomen tuum: advèniat regnum tuum; fiat volùntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hòdie; et dimitte nobis dèbita nostra, sicut et nos dimìttimus debitoribus nostris et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo.
Agnello di Dio….
È RISORTO
È risorto Cristo Signore, è risorto ed è con noi. Alleluia, alleluia.
1. Donna non piangere, sono con te; \ dì ai fratelli che m’hai veduto.
2. Tu che non credi vieni con me; \ metti la mano nella mia mano.
3. Pace, fratello, pace a voi \ dite con gioia pace a tutti.
LE TUE MANI
Le tue mani son piene di fiori: / dove li portavi, fratello mio? / Li portavo alla tomba di Cristo, / ma l’ho trovata vuota, fratello mio!
Rit. Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia!
I tuoi occhi riflettono gioia: / dimmi, cosa hai visto, fratello mio? / Ho veduto morire la morte, / ecco cosa ho visto, fratello mio! Rit.
Hai portato una mano all’orecchio: / dimmi, cosa ascolti, fratello mio? / Sento squilli di trombe lontane, / sento cori d’angeli, fratello mio! Rit.
Stai cantando un’allegra canzone: / dimmi, perché canti, fratello mio? / Perché so che la vita non muore, / ecco perché canto, fratello mio! Rit.
DOPO LA COMUNIONE
Infondi in noi o Padre, lo Spirito della tua carità, perché nutriti con i sacramenti pasquali viviamo concordi nel vincolo del tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.
GUIDA: CONSEGNA DEI SIMBOLI
In ognune das nostes gleises par mieç dai lôr rapresentanz, doman a vegnarà inpiât il ceri di Pasche cul fùc benedèt usnot; a sarà presint encje l’âghe benedete usnot ch’a nus fâs memorie dal nosti batìsim e dal nosti jessi cristians.
BENEDIZIONE
In questa notte di Pasqua, Dio onnipotente vi benedica e vi custodisca nella sua pace.
Amen.
Dio che nella Pasqua del suo Figlio ha rinnovato l’umanità intera vi renda partecipi della sua vita immortale. Amen.
Voi, che dopo i giorni della Passione celebrate con gioia la risurrezione del Signore, possiate giungere alla grande festa della Pasqua eterna. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio † e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. Amen.
CRISTO È RISORTO
Con lui fiorisce la nostra fede, rinasce la speranza, l’amore diviene vita. La gioia di Pasqua riempia i nostri cuori.
La parola «sepolcro» scandisce per quattro volte il vangelo di questa notte. Una parola che ci fa paura perché richiama la morte, la solitudine, il freddo, la corruzione. Una parola che non pronunciamo volentieri e non fa parte del vocabolario quotidiano. Noi diciamo volentieri le parole di vita ed evitiamo le parole di morte, perché noi siamo fatti per la vita e non per la morte.
Ma il vangelo non sarebbe una buona notizia se descrivesse la vittoria del sepolcro. Invece racconta la vittoria sul sepolcro: ormai il sepolcro è vuoto, non c’è più il corpo morto di Gesù. Il sepolcro ha perso, ha vinto la vita. «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto»: le parole dei due uomini alle donne, se sono vere, innescano nella storia una marcia nuova: è possibile vincere la morte. Quella morte che le diverse civiltà rappresentano con immagini terribili e paurose, come quelle del teschio, dello scheletro o della falce, non ha più l’ultima parola. La vita vince: questo è il messaggio della Pasqua.
Quanti sepolcri, però, rimangono chiusi nel mondo di oggi anche dopo la risurrezione di Gesù. Ci sono nel mondo i sepolcri riempiti dalle vittime delle guerre, che coinvolgono attualmente — direttamente o indirettamente — circa un quarto delle nazioni della terra; ci sono i sepolcri riempiti dagli 820 milioni di affamati e dal miliardo di assetati, che non hanno accesso al cibo o all’acqua potabile; ci sono i sepolcri riempiti dalle tante vittime della violenza e dell’ingiustizia, dal terrorismo omicida, dagli attentati alla vita debole e indifesa, dalle malattie e dagli incidenti. Ma ci sono anche i sepolcri del cuore: quelli che contengono le nostre relazioni spezzate, le amicizie tradite, gli affetti rinnegati; quelli che racchiudono i deserti della depressione e della povertà interiore.
In questo panorama, grigio e freddo, dove traspare la luce della Pasqua? Come possiamo permetterci di cantare l’Alleluia, di aprire la bocca per elevare inni di gioia, invece di tenerla chiusa e conservare un silenzio triste? Se cantiamo l’Alleluia e non più il De profundis, se apriamo la bocca e non la teniamo più chiusa, è perché il sepolcro si è aperto. Una speranza è spuntata dalla fredda pietra, che sembrava avere inghiottito la vita.
La pietra sul sepolcro di Gesù è rotolata via da sola, con la forza di Dio e senza la collaborazione umana, perché doveva essere un segno per noi; ma le pietre sui tanti sepolcri del nostro tempo non rotolano da sole: occorrono le nostre braccia. Saranno più vuoti i sepolcri che ora si riempiono di vittime delle guerre, della fame, della sete, della violenza, delle malattie e degli incidenti, se i nostri cuori saranno più colmi di amore e di giustizia. L’amore che riempie i cuori è capace di vuotare i sepolcri.
Anche i sepolcri dei nostri fallimenti nelle relazioni e negli affetti, i sepolcri della solitudine e dell’incomprensione, saranno più vuoti se i nostri cuori saranno pieni di amore e — come ci ha ricordato spesso papa Francesco — saranno colmi di «tenerezza». Dove entra l’amore, esce la morte. È stato vero per il sepolcro di Gesù, investito di un amore immenso; è vero per tutti i nostri sepolcri, grandi e piccoli. Se ciascuno di noi fa rotolare dal cuore la pietra dell’egoismo, che spesso lo sovrasta, e lascia entrare la tenerezza di Dio, i sepolcri di morte che invadono la terra lasceranno il posto ai giardini della vita.
Non abbiate paura, voi!
Sono le prime parole dell’angelo alle donne e costituiscono un invito a guardare con fiducia e speranza a quanto sta accadendo, perché è opera dell’amore di Dio. Sì, la risurrezione di Gesù non era affatto un evento previsto e tanto meno atteso. Coglie di sorpresa e, dunque, può destare paura, un senso di sbigottimento. In effetti ciò che gli uomini avevano predisposto viene sconvolto.
La morte di Gesù doveva rappresentare l’evento finale della sua vita. Ma le cose non vanno così. Il Crocifisso risorge. Tutto questo, però, non manca di disorientare.
Le donne erano venute all’alba per onorare il corpo di un morto, ma il sepolcro non racchiude più quel corpo inanimato. Dove devono volgere ora i loro sguardi? L’annuncio che le raggiunge dà il senso dell’accaduto, interpreta quel sepolcro vuoto e designa il luogo in cui il Risorto dà appuntamento ai suoi.
Non in un luogo simbolico, al riparo da sguardi indiscreti, dove sentire più facilmente il calore di un gruppo sopravvissuto a una prova terribile. Non in zona sicura, al chiuso di un edificio, per sottrarsi alle ostilità dei nemici. Gesù attende i suoi in Galilea. Quella Galilea che era da sempre considerata un luogo di passaggio, di scontri e di mescolanze. È lì, nel mare aperto della storia, che egli incontrerà i suoi.
L’annuncio della sua risurrezione spalanca immediatamente gli orizzonti dei discepoli: li chiama alla missione, a portare dovunque la sua Parola, a raccogliere le sfide della storia.
Non ci si può, dunque, fermare al sepolcro. Ora che la vita irrompe, ora che i cuori si aprono alla gioia e alla speranza, si può incontrare il Signore nel fiume della vita quotidiana, lungo le vie del mondo. È l’esperienza che le stesse donne fanno: Gesù viene loro incontro proprio per la strada, quella strada che porta dagli apostoli, con un messaggio sconvolgente.
Celebrare la risurrezione significa oggi ritrovare Io slancio e l’audacia dei discepoli. Abbandonare ogni timore e lasciare che la speranza desti scelte, decisioni, comportamenti nuovi.
BUONA PASQUA