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DOMENICA  DELLE PALME  anno C   13 aprile 2025

Dio vuole che tutti gli uomini si salvino

e arrivino alla conoscenza della verità! (Dalla Bibbia)

COMMEMORAZIONE DELL’INGRESSO DEL SIGNORE IN GERUSALEMME

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo, siano con tutti voi. E con il tuo spirito.

Sorelle e fratelli carissimi, questa celebrazione liturgica ci introduce alla Settimana Santa nella quale celebriamo il Mistero Pasquale, sorgente della vita nuova in Cristo. Uniti alla Chiesa universale, ci accostiamo con devozione al Signore nostro Gesù Cristo che, entrò in Gerusalemme, mentre le folle lo salutavano agitando rami di palma. Seguiamolo con viva fede. Cristo fece il suo ingresso trionfale per compiere la sua opera come nostro Messia: Egli entra in Gerusalemme per soffrire, morire e risorgere. Uniamoci alle sue sofferenze sulla Croce per poter condividere la sua risurrezione e la vita nuova.

         PREGHIAMO

Dio onnipotente ed eterno, benedici questi rami di ulivo, e concedi a noi tuoi fedeli, che accompagniamo esultanti il Cristo, nostro Re e Signore, di rimanere uniti a lui, per portare frutti di opere buone. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

         Vangelo

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Dal vangelo secondo Luca (19,28-40)

In quel tempo, Gesù continuò la sua strada verso Gerusalemme: camminava davanti a tutti. Quando fu vicino ai villaggi di Bètfage e di Betania, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò avanti due discepoli. Disse loro: «Andate nel villaggio che sta qui di fronte. Appena entrati, troverete un piccolo asino sul quale nessuno é mai salito. Lo troverete legato: voi slegatelo e portatelo qui. Se qualcuno vi domanda: “Perché slegate quell’asinello?”, voi rispondete così: “Perché il Signore ne ha bisogno”». I due discepoli andarono e trovarono tutto come aveva detto Gesù. Mentre slegavano il puledro, i proprietari chiesero ai due discepoli: «Perché lo prendete?». Essi risposero: «Perché il Signore ne ha bisogno». Allora portarono il puledro da Gesù. Poi lo coprirono con i loro mantelli e vi fecero salire Gesù. Man mano che Gesù avanzava, stendevano i mantelli sulla strada davanti a lui. Gesù scendeva dal monte degli Ulivi ed era ormai vicino alla città. Tutti quelli che erano suoi discepoli, pieni di gioia e a gran voce, si misero a lodare Dio per tutti i miracoli che avevano visto. Gridavano: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore: egli è il re! In cielo sia la pace, e gloria nell’alto dei cieli!». Alcuni farisei che si trovavano tra la folla dissero a Gesù: «Maestro, fa’ tacere i tuoi discepoli!». Ma Gesù rispose: «Vi assicuro che se tacciono loro si metteranno a gridare le pietre».

Parola del Signore. Lode a Te o Cristo.

         LAUDA JERUSALEM

Rit. Lauda Jerusalem Dominum / Lauda Deum tuum Sion: / Osanna, Osanna, Osanna Filio David! Rit.

Laudate Dominum omnes gentes / laudate eum ommes populi. Rit.

Quoniam confirmata est super nos misericordia eius. / Et veritas Domini manet in æternum. Rit.

Gloria Patri, et Filio. / et Spiritui Sancto. Rit.

Sicut erat in principio et nuc et semper, / et in sæcula sæculorum. Amen. Rit.

         OSANNA AL FIGLIO DI DAVID

Osanna al Figlio di David, osanna al Redentor.

Apritevi, o porte eterne: avanzi il Re della gloria, / adori cielo e terra l’eterno suo poter.

O monti stillate dolcezza: il Re d’amor s’avvicina; / si dona pane vivo ed offre pace al cuor.

O Vergine, presso l’Altissimo trovasti grazia ed onor: / soccorri i tuoi figlioli donando il Salvator.

Onore, lode e gloria al Padre e al Figliolo / ed allo Spirito Santo nei secoli sarà.

MESSA DELLA PASSIONE

PREGHIAMO – Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente l’insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

         PRIMA LETTURA

Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare deluso (Terzo canto del Servo del Signore).

Dal libro del profeta Isaia

Dio, il Signore mi ha insegnato le parole adatte per sostenere i deboli. Ogni mattina mi prepara ad ascoltarlo, come discepolo diligente. Dio, il Signore, mi insegna ad ascoltarlo, e io non gli resisto né mi tiro indietro. Ho offerto la schiena a chi mi batteva, la faccia a chi mi strappava la barba. Non ho sottratto il mio volto agli sputi e agli insulti. Ma essi non riusciranno a piegarmi, perché Dio, il Signore, mi viene in aiuto, rendo il mio viso duro come la pietra. So che non resterò deluso. Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

         SALMO RESPONSORIALE  (Sal 21) Uniamo la nostra voce a quella di Cristo sofferente, obbediente al Padre, per salvare l’umanità. Per questo diciamo:

Rit. Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?

La gente mi insulta, tutti mi disprezzano. \ Ride di me chiunque mi incontra, \ storce la bocca, scuote la testa e dice: \ “Metta la sua fiducia nel Signore, \ lo salvi lui, lo liberi, se lo ama davvero.  Rit.

Una banda di malvagi mi circonda, \ mi accerchiano come un branco di cani, \ mi hanno legato mani e piedi. \ Sono ridotto a pelle e ossa: \ mi stanno a guardare soddisfatti. Rit.

Già si dividono i miei vestiti \ e la mia tunica tirano a sorte. \ Ma tu Signore, non stare lontano, \ mia forza, accorri in mio aiuto. Rit.

Parlerò di te ai miei fratelli, \ canterò le tue lodi in mezzo all’assemblea. \ Lodate il Signore, voi che credete in lui; \ glorificatelo, figli di Giacobbe; \ adoratelo, gente d’Israele. Rit.

         SECONDA LETTURA

Cristo umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte. Per questo Dio l’ha esaltato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (2, 6-11)

Gesù Cristo era come Dio ma non conservò gelosamente il suo essere uguale a Dio. Rinunziò a tutto: diventò come un servo, fu uomo tra gli uomini e visse conosciuto come uno di loro. Abbassò se stesso, fu obbediente fino alla morte, alla morte di croce. Perciò Dio lo ha innalzato sopra tutte le cose e gli ha dato il nome più grande. Perché in onore di Gesù, in cielo, in terra e sotto terra, ognuno pieghi le ginocchia, e per la gloria di Dio Padre, ogni lingua proclami: Gesù Cristo è il Signore. Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

         CANTO AL VANGELO

Gloria e lode a te Cristo Signore.

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.

         PASSIO

L’evangelista Luca, nel raccontare la Passione, sottolinea la dignità e la mitezza di Cristo, tipo perfetto del giusto che soffre senza colpa.

© CRONISTA   ® ALTRA VOCE  † GESU’

Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca

Gloria a te o Signore

© Tutta quell’assemblea si alzò e condussero Gesù da Pilato. Là, cominciarono ad accusarlo: ® «Quest’uomo noi lo abbiamo trovato mentre metteva in agitazione la nostra gente: non vuole che si paghino le tasse all’imperatore romano e pretende di essere il Messia-re promesso da Dio».

© Allora Pilato lo interrogò: ® «Sei tu il re dei Giudei?».

© Gesù gli rispose: «Tu lo dici!».

© Pilato quindi si rivolse ai capi dei sacerdoti e alla folla e disse: ® «Io non trovo alcun motivo per condannare quest’uomo». © Ma quelli insistevano dicendo: ® «Egli crea disordine tra il popolo. Ha cominciato a diffondere le sue idee in Galilea; ora é arrivato fin qui e va predicando per tutta la Giudea». © Quando Pilato udì questa accusa domandò se quell’uomo era galileo. Venne così a sapere che Gesù apparteneva al territorio governato da Erode. In quei giorni anche Erode si trovava a Gerusalemme: perciò Pilato ordinò che Gesù fosse portato da lui. Da molto tempo Erode desiderava vedere Gesù. Di lui aveva sentito dire molte cose e sperava di vederlo fare qualche miracolo. Perciò, quando vide Gesù davanti a sé, Erode fu molto contento. Lo interrogò con insistenza, ma Gesù non gli rispose nulla. Intanto i capi dei sacerdoti e i maestri della legge che erano presenti lo accusavano con rabbia. Anche Erode, insieme con i suoi soldati, insultò Gesù. Per scherzo gli mise addosso una veste d’effetto e lo rimandò da Pilato. Erode e Pilato erano sempre stati nemici tra di loro: quel giorno invece diventarono amici. Pilato riunì i capi dei sacerdoti, altre autorità e il popolo, e disse loro: ® «Voi mi avete presentato quest’uomo come uno che mette disordine fra il popolo. Ebbene, ho esaminato il suo caso pubblicamente davanti a voi. Voi lo accusate di molte colpe, ma io non lo trovo colpevole di nulla. Anche Erode è dello stesso parere: tant’é vero che lo ha rimandato da noi senza condannarlo. Dunque, quest’uomo non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò lo farò flagellare e poi lo lascerò libero». © Ma tutti insieme si misero a gridare: ® «A morte quest’uomo! Vogliamo libero Barabba!».

© Barabba era in prigione perché aveva preso parte a una sommossa del popolo in città e aveva ucciso un uomo.

Pilato voleva liberare Gesù. Perciò lo disse di nuovo ai presenti. Ma essi gridavano ancor più forte: ® «In croce! In croce!».

© Per la terza volta Pilato dichiarò: ® «Ma che male ha fatto quest’uomo? Io non ho trovato in lui nessuna colpa che meriti la morte. Perciò lo farò frustare e poi lo lascerò libero».

© Essi però insistevano a gran voce nel chiedere che Gesù venisse crocifisso. Le loro grida diventarono sempre più forti.  Alla fine Pilato decise di lasciar fare come volevano. Avevano chiesto la liberazione di Barabba, quello che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e Pilato lo liberò. Invece consegnò Gesù alla morte come essi volevano. Presero Gesù e lo portarono via. Lungo la strada, fermarono un certo Simone, originario di Cirene, che tornava dai campi. Gli caricarono sulle spalle la croce e lo costrinsero a portarla dietro a Gesù. Erano in molti a seguire Gesù: una gran folla di popolo e un gruppo di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Gesù si voltò verso di loro e disse: † «Donne di Gerusalemme, non piangete per me. Piangete piuttosto per voi e per i vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le donne che non possono avere bambini, quelle che non hanno mai avuto figli e quelle che non ne hanno mai allattato. Allora la gente comincerà a dire ai monti: “Franate su di noi” e alle colline: “Nascondeteci. Perché se si tratta così il legno verde, che ne sarà di quello secco”?».

© Insieme con Gesù venivano condotti a morte anche due malfattori. Quando furono arrivati sul posto detto “luogo del Cranio”, prima crocifissero Gesù e poi i due malfattori: uno a destra e l’altro a sinistra di Gesù. Gesù diceva: † «Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno». © I soldati intanto si divisero le vesti di Gesù, tirandole a sorte. La gente stava a guardare. I capi del popolo invece si facevano beffe di Gesù e gli dicevano: ® «Ha salvato tanti altri, ora salvi se stesso, se egli è veramente il Messia scelto da Dio».

© Anche i soldati lo schernivano: si avvicinavano a Gesù, gli davano da bere aceto e gli dicevano: ® «Se tu sei davvero il re dei Giudei salva te stesso!». © Sopra il capo di Gesù avevano messo un cartello con queste parole:

® «Quest’uomo è il re dei Giudei». © I due malfattori intanto erano stati crocifissi con Gesù. Uno di loro, insultandolo, diceva: ® «Non sei tu il Messia? Salva te stesso e noi’!». © L’altro invece si mise a rimproverare il suo compagno e disse: ® «Tu che stai subendo la stessa condanna non hai proprio nessun timore di Dio? Per noi due é giusto scontare il castigo per ciò che abbiamo fatto, lui invece non ha fatto nulla di male». © Poi aggiunse: ® «Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno». © Gesù gli rispose: «Ti assicuro che oggi sarai con me in paradiso».

© Verso mezzogiorno si fece buio per tutta la regione fino alle tre del pomeriggio. Il sole si oscurò e il grande velo appeso nel tempio si squarciò a metà. Allora Gesù gridò a gran voce:  «Padre, nelle tue mani affido la mia vita».  © Dopo queste parole morì.

(Qui ci si mette in ginocchio

e si fa una breve pausa di preghiera.)

© L’ufficiale romano, vedendo quel che accadeva, rese gloria a Dio dicendo:  «Egli era veramente un uomo giusto!». Anche quelli che erano venuti per vedere lo spettacolo, davanti a questi fatti se ne tornavano a casa battendosi il petto. Invece gli amici di Gesù e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea se ne stavano ad una certa distanza e osservavano tutto quel che accadeva. Vi era un certo Giuseppe originario di Arimatèa. Egli faceva parte anche del tribunale ebraico; ma non aveva approvato quel che gli altri consiglieri avevano deciso e fatto contro Gesù. Era uomo buono e giusto, e aspettava con fiducia il regno di Dio. Giuseppe dunque andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce e lo avvolse in un lenzuolo. Infine lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, dove nessuno era stato ancora deposto. Era la vigilia del giorno di festa, già stava per cominciare il sabato. Le donne, che erano venute con Gesù fin dalla Galilea, avevano seguito Giuseppe. Videro la tomba e osservarono come veniva deposto il corpo di Gesù.

Poi se ne tornarono a casa per preparare aromi e unguenti. Il giorno festivo lo trascorsero nel riposo, come prescrive la legge ebraica.

Parola del Signore.  Lode a te, o Cristo.

Canto di offertorio        AL CRIST DI TAMAU

I sei a chi, Signôr, cun fède e umiltât.

Ta not e tal lusôr mi plèi sul gnò pecjât. (2v.)

Ti cjâli sun che Cròus tant grande, càuse mê;

cul cûr e cu la vòus a è l’anime ch’a prê. (2v.)

Signôr! Fami tornâ a cjase cul perdòn:

a Pasche i vuéi cjantâ la glorie dal to nòn. (2v.

Canto di comunione     FRADIS MIEI

Fradis miei, \ vignît a viodi la potence dal amôr, \ ce che nus invide a crodi \ la peraule dal Signôr.

In te sere dolorose, \ bjel ch’al stave par partî, \ il Signôr nus clame a cene, duc’ insieme nus ûl vê.

Su la crôs zà preparade \ la sô vite al pierdarà, \ ma te cene che nus lasse cun nô simpri al restarà.

         DOPO LA COMUNIONE

O, Padre che ci hai nutriti con i tuoi santi doni, e con la morte del tuo Figlio ci fai sperare nei beni in cui crediamo, fa’ che, per la sua risurrezione possiamo giungere alla meta della nostra speranza. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Camminava davanti a tutti

È un Gesù deciso, fortemente determinato, quello che sale a Gerusalemme, sapendo bene di andare incontro alla morte, e a una morte dolorosa e terribile. Il suo percorso, cominciato nella sinagoga di Nazaret con la rivelazione della sua identità di Messia, con il suo annuncio di misericordia e di grazia, si conclude a Gerusalemme. Lì egli offrirà la sua testimonianza suprema, mostrerà un amore smisurato, che non si sottrae alle sofferenze e alla morte. Gesù affronta questa “salita” con fiducia. La sua vita non è nelle mani degli uomini, ma in quelle di Dio, il Padre suo. È un Profeta disarmato quello che entra nella Città santa. La sua cavalcatura, un puledro di asina, non ha nulla di guerresco. Egli non vuole imporsi con la forza, non intende fare sfoggio di potenza. È un Messia indifeso quello che affronta il grumo di odio e di cattiveria che gli si sta per scatenare contro. Del resto non può essere altrimenti. Egli viene ad offrire il suo amore, un amore tenace, illimitato, perché chi ama è sempre disarmato. Perché non pensa a proteggersi, perché si espone, disposto anche ad andare incontro al rifiuto e all’ingiuria. È a questo Gesù che la folla dei discepoli manifesta la sua simpatia e la sua gioia. In effetti questo ingresso è il luogo di un incontro, Io spazio per esprimere a colui che va verso la morte la propria gratitudine per tutto quello che ha detto e fatto, per benedire lui, l’Inviato del Signore, venuto a portare la pace. I gesti e le acclamazioni di questa folla irritano alcuni farisei. Non gradiscono una proclamazione che ha tutto il sapore di un riconoscimento spontaneo e popolare. E tuttavia Gesù lascia fare. Lascia fare perché ormai non esiste alcuna possibilità di equivoco. Il Messia non può essere scambiato per il potente di turno. Il modo in cui si presenta, la sua mitezza, la sua povertà escludono qualsiasi sogno di potenza e di gloria. Le loro parole lasceranno il posto di lì a poco alle grida e alle urla della folla che chiede la sua morte sulla croce. Quest’entusiasmo, dunque, è una sorta di viatico, un accompagnamento sincero per lui che spezzerà se stesso fino alla fine, per la vita del mondo.

Informazioni  interparrocchiali

DOMENICA DELLE PALME: 13 APRILE

ARTA: ADORAZIONE AL SANTISSIMO DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 16.30 ANIMATA DA BRUNO TEMIL.

alle ore 17:30 nella Pieve di san Martino di Rivalpo-Valle, concerto quaresimale e pasquale con il coro G. Peresson di Arta e il Gruppo Polifonico Harmoniæ di Spilimbergo

SETTIMANA SANTA

LUNEDÌ 14 APRILE

PIANO: DALLE ORE 16.30 ALLE 18.00 ADORAZIONE E SANTA MESSA

GIOVEDÌ SANTO 17 APRILE

PIANO: ORE 20.00 S. MESSA INTERPARROCCHIALE CON LA PARTECIPAZIONE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE DEL CATECHISMO E I BAMBINI E LE BAMBINE CHE HANNO FATTO LA PRIMA CONFESSIONE. 

VENERDÌ SANTO 18 APRILE

VIA CRUCIS E PROCESSIONE: ORE 20.00 PIANO, CABIA, ARTA; CEDARCHIS,  PIEDIM, LOVEA; RIVALPO VALLE

SABATO SANTO 19 APRILE

ARTA: ALLE ORE 21.00 MESSA INTERPARROCCHIALE DELLA RISURREZIONE SONO INVITATI I VARI RAPPRESENTANTI DELLE COMUNITÀ PER LA CONSEGNA DEI SIMBOLI PASQUALI DA PORTARE NEI PROPRI PAESI

DOMENICA DI PASQUA

S. MESSE: CABIA ORE 9.00; RIVALPO-V. ORE 9.45; ARTA 10.00; CEDARCHIS 10.00; LOVEA 11.15; PIEDIM 11.00; PIANO 11.00;

LUNEDÌ DI PASQUA

ARTA SANTA MESSA ORE 10.00