Collaboratori pastorali: Motivazioni del servizio: radici – prospettive
Collaborare nella vita della Parrocchia e della Comunità: perché e in quali modi?
Ogni essere umano e in particolar modo ogni cristiano sente un insopprimibile bisogno di scoprire e ricercare qual è il senso della propria esistenza e qual è il modo migliore per vivere con pienezza e appagamento profondo le proprie azioni e le proprie relazioni.
Nella mia esperienza questa ricerca innata di senso trova nella famiglia, nella comunità cristiana e nell’incontro profondo con la Parola le proprie radici e l’alimento continuo, incontro e ricerca che mi hanno accompagnato in modo fecondo negli anni, offrendomi risposte, proposte e scelte che corrispondevano ai diversi momenti della crescita e della vita:
il catechismo e i servizi in parrocchia dell’infanzia, il gruppo giovanile e la condivisione con i coetanei della Carnia, le esperienze in altre città, momenti preziosi che hanno permesso di tessere reti di amicizia e fraternità che durano ancora.
Mi sono costantemente nel cuore la collaborazione in parrocchia, in forania e nella pastorale familiare diocesana, i percorsi di ricerca e approfondimento teologico, l’incontro con testimoni che segnano la vita.
Ma anche trovarsi a poter rinunciare serenamente a tutto questo quando le necessità di assistenza e cura in famiglia lo richiedono.
Questo bisogno di ricerca e questa fiducia in risposte piene di senso mi hanno sempre accompagnato e stimolato, e sono fiducioso che sempre continueranno ad accompagnarmi nel mio futuro, e che queste risposte non cesseranno di meravigliarmi e di sorprendermi per la loro capacità di andare oltre la semplice logica e razionalità umana, pur indispensabile, oltre alle abitudini e alle tradizioni, pur importanti per offrire sicurezza, oltre perché attingono all’originalità e alla libertà interiore che vengono dallo Spirito, che nel profondo parla, ispira, conforta, consola, ripara, unisce.
Molti sono i servizi e i doni, uno solo è lo Spirito, che opera tutto in tutti; lo Spirito soffia dove vuole, nessuno sa da dove venga né dove vada; e quando avrete fatto tutto questo dite: “siamo solo inutili servi, abbiamo fatto quello che dovevamo fare”.
Questa consapevolezza mi aiuta ad accogliere e vivere ogni situazione come opportunità e momento di crescita, anche quando i contesti cambiano e alcune esperienze, anche molto significative, tramontano.
Alla famiglia e alla Comunità cristiana spetta il compito di proporre e testimoniare, a tutti e a tutte le età, queste realtà, oggi più che mai attuali e scandalose, rispetto alla mentalità corrente e alle sue insidiose tentazioni. Una Comunità cristiana dove ognuno si possa sentire “fratello”, con dignità e rispetto per ciascuno, piccolo o grande, dove, con la guida umile, coraggiosa e sapiente di un “fratello maggiore”, si possa ogni giorno incontrare e seguire l’unico Maestro, coltivando, discernendo e accogliendo i diversi doni, talenti, carismi, mettendoli al servizio gli uni degli altri, con pazienza, sapienza e rispetto reciproco, capacità di perdono e riconciliazione, speranza mai sopita, preghiera e discernimento personali e comunitari.
Un’ultima parola sui doni: qui oggi parliamo di quelli utili alla vita della comunità parrocchiale e diocesana, ma ci sono anche e forse ancor prima, i doni di servizio nella coppia e nella famiglia, nelle relazioni interpersonali, nel lavoro di ogni giorno, nella vita del paese, nell’amministrazione e nella politica, doni che un cristiano sa che provengono dallo stesso Spirito, e che continuano silenziosamente a fruttificare, sotto i nostri occhi, nonostante tutto.
Flavio Schiava.