Chiese di Piano d’Arta

Chiesa di Santo Stefano Protomartire

Piano d’Arta

Una leggenda popolare riporta che già in tempi antichissimi, verso il VII secolo, esisteva una Chiesa, la prima di Piano, ma mancano conferme a tale proposito. Invece, la prima notizia storica della Chiesa di Santo Stefano, situata nello stesso luogo dove sorge l’attuale edificio di culto, la si trova in un contratto stipulato il 12 febbraio 1237: “DAVANTI ALLA CHIESA DI SANTO STEFANO“.

Dopo quel primo cenno, altri documenti dei secoli XIII e XIV ne riportano menzione. Era un edificio a cui si accedeva attraverso un atrio coperto, con un’aula lunga 8 passi, larga 4 e alta al frontespizio 8 passi circa. Il campanile era posto presso la porta maggiore con un pinnacolo coperto con laterizio e 2 campane. Il coro, lungo 4 passi, largo e alto 3 passi con l’altare maggiore, era affiancato da un vano sacrestia verso nord, 1’unico vano che resti ancora assieme all’altro vano a sud costruito nel 1624 come nuova sacrestia.

Il terremoto del 28 luglio 1700 lesionò gravemente l’edificio e soprattutto il campanile la cui ristrutturazione venne ultimata nel 1724. Nella seconda metà del secolo XVII, Piano si accinse a far costruire una nuova chiesa più ampia affidandone la progettazione e la costruzione al capomastro di Tolmezzo Domenico Schiavi ed ai suoi figli. L’opera venne portata a termine in due tempi.

Dal 1776 al 1779 venne ampliato il coro e costruita una nuova sacrestia. Il coro venne dotato di un nuovo altare in marmo nel 1777 opera di Giuseppe Mattiussi di Udine. Dal 1782 al 1785 venne edificata la navata, ottagonale le cui pareti vennero ornate con dipinti eseguiti dal pittore GioBatta Tosolini di Artegna nel 1785. Ne 1790 vennero costruiti i due altari laterali in marmo da Giacomo Pischiutta di Gemona a cui si aggiunse nel 1800 un terzo dedicato alla Beata Vergine del Rosario donato da Giuseppe Cozzi che lo aveva acquistato all’asta dei beni appartenenti al soppresso convento di S. Chiara di Gemona.

Nel 1808 venne installato un antico organo attribuito al Nacchini già appartenente al monastero di S. Lucia di Udine e acquistato all’asta da don Osvaldo Somma.

Chiesa di Santo Spirito di Chiusini

Piano d’Arta

Alla fine del 1300 GIOVANNI PAPEGLIR fece edificare, subito fuori dal borgo di Chiusini, una Chiesetta che egli stesso ricorda nel suo testamento del 7 gennaio 1438, manifestando l’intenzione di esservi sepolto assieme alla moglie, Elena Blasone.

La Chiesa, dedicata nel 1502 allo Spirito Santo, ebbe l’avventura di non subire nel tempo alcun rimaneggiamento, sicché si può dire che rimane tutt’ora qual’era originariamente: un quadrilatero semplicissimo, preceduto da un atrio, con l’ingresso in tufo, il coro e l’unico altare rivolto a levante e un caratteristico campanile a torretta sostenuto da due modiglioni poggianti su un angolo della facciata, con una cuspide coperta, con embrici di legno. La volta del coro fu affrescata verso la metà del 1400, forse dal pittore tedesco Thanner; furono pure affrescate le pareti, come testimoniano i resti ancora visibili in quella a levante.

L’altare è sormontato da un affresco raffigurante l’adorazione dei Magi di G. Martini dei primi del 1500. Ad un lato della chiesa si trova la pala raffigurante la discesa dello Spirito Santo di Tita Gori del 1927, in sostituzione di una tela precedente di scuola tizianesca trafugata dagli Austriaci.

Un’elegante guglietta gotica in marmo bianco cesellata e portante i vari simboli sormonta un tabernacolo, ove si custodivano le Reliquie.

Chiesa di San Bartolomeo D’Avosacco

Piano d’Arta

Il 1° luglio 1212 davanti alla Cappella di Avosacco convennero il Patriarca di Aquileia, Wolfker, e l’Arcivescovo di Salisburgo, Eberardo, con i rispettivi seguiti per dirimere delle divergenze che vi erano tra loro per l’appartenenza di alcuni territori.

La chiesa è poi ricordata in un documento del 1327. L’edificio attuale è frutto di rimaneggiamenti eseguiti in più riprese: nel 1400, nel 1700 dopo che un terremoto l’aveva gravemente lesionata, e nel 1922 quando furono aggiunti il campanile e la sacrestia.

All’interno vi è un unico altare ligneo di fattura artigianale, un trittico con al centro una statuetta di S. Bartolomeo, con ai lati le immagini di S. Stefano e S. Lena con sopra un dipinto con la Vergine e il Bambino e “l’annunciazione” che fu installata prima del 1600, giacché della sua esistenza parla un documento del 9 ottobre 1602.

Chiesa di san Nicolò degli Alzeri

Piano d’Arta

Verso la fine del XIII secolo i Cavalieri Gerosolimitani della Mansione di S. Giovanni di S. Tommaso di Susans (Udine) fecero edificare lungo la strada per Paluzza un Romitorio (dormitorio) ed una Chiesetta, dedicata a S. Nicolò, che viene ricordata per la prima volta in un documento del 1327.

Verso il 1435 una rovinosa alluvione distrusse il Romitorio e danneggiò gravemente la chiesetta che fu riedificata ai primi del 1500. L’edificio attuale presenta tracce di ripetuti restauri, di porte e finestrelle ostruite, il pavimento fu sovrapposto ad uno più antico e profondo del 1800, quando fu aggiunto un portico davanti alla facciata con archi a sesto leggermente acuto. 

Nel 2007 l’altare centrale del 1650, opera di GioVincenzo Comuzzi, è stata rimosso per lasciar posto, a seguito di ricerche, ai dipinti che si ritiene risalgono al 1300. L’altare della Beata Vergine. delle Grazie del XVII secolo è opera della bottega di GioAntonio Agostini.