Chiese di Arta Terme
Chiesa di SS. Ermagora e fortunato
Arta Terme
La prima chiesa di cui si conosce l’esistenza, sorgeva in piazza «Cella» a fianco tra quella attuale e la sede Municipale, ora attraversata da Via Fontana. Era alquanto dimensionata e conforme al numero degli abitanti del paese; le sue strutture erano di stile cinquecentesco; era posizionata da Est ad Ovest, con annesso un cimitero. Era dedicata a Santa Margherita ed è risultata agibile fino alla fine del 1853.
Agli inizi del 1800, con la valorizzazione delle acque termali, la popolazione aumentò, pertanto si ritenne opportuno provvedere, all’ampliamento della stessa. Dopo vari ripensamenti si decise di costruirne una nuova, localizzandola una decina di metri più a monte, rispetto alla preesistente. I lavori furono ultimati nel 1854 e venne consacrata nel 1868 dall’Arcivescovo di Udine S. E. Andrea Casasola e dedicata ai Ss. Ermagora e Fortunato. La chiesa è una costruzione neoclassica baroccheggiante, con timpano in facciata. Va però rilevato che le pietre d’angolo di fondamenta agli esterni della facciata sono tratti da due sarcofagi romani, evidentemente trasportati dalla vicina Zuglio (Julium Carnicum).
Al suo interno si trovano:
– l’altare maggiore dedicato ai Ss. Ermagora e Fortunato, con tabernacolo in marmo, con pietra Sacra che, pare sia stato costruito da due artigiani di Sutrio agli inizi del 1890.
– a sinistra entrando dalla porta centrale, è posta la statua della Madonna della Salute, la cui ricorrenza viene celebrata ogni anno il 21 novembre.
– a destra è collocata la statua di S. Lucia la cui festa ricorre il 13 dicembre.
Il fonte battesimale, costruito in marmo levigato, pare sia stato offerto all’inaugurazione della Chiesa dalla antica famiglia Jacotti estintasi alla fine del 1800.
Chiesa di San Giorgio Martire
Cabia
È documentata l’esistenza del borgo di Cabia all’inizio del 1300. Il cristianesimo era già diffuso non solo in Carnia, ma anche in diverse regioni oltre confine; nel tredicesimo secolo infatti il Patriarcato di Aquileia aveva raggiunto la sua massima estensione ed era non solo una potenza dal punto di vista politico, ma soprattutto religioso.
Nel 1327 Manno de’ Capponi nel suo testamento spirituale, enumera tutte le chiese che allora erano soggette a S. Pietro di Carnia, sede vescovile, tra cui la Chiesa di S. Giorgio di Cabia. Le prime famiglie che hanno dato origine al borgo erano certamente benestanti e godevano un notevole prestigio presso il Patriarca aquileiese, tanto da ricevere in censo tutto il territorio del monte Cabia fino a comprendere il monte Cucco.
A questo periodo sorge certamente la prima chiesetta con muratura in pietra con posto davanti un piccolo sagrato; all’interno v’era un unico altare in legno rivolto ad oriente, com’era costume a quei tempi, situato all’incirca dove ora è posto l’altare di S. Gottardo.
Agli inizi del ‘600, la popolazione era notevolmente aumentata tanto da rendere necessario l’ampliamento della chiesetta originale che aveva le dimensioni di quella attuale. Tali lavori sono documentati da un’iscrizione in latino datata 1650 che si trova all’esterno, su una pietra posta sotto il finestrone del portone d’ingresso.
All’interno di questa chiesetta si possono ammirare opere di notevole valore artistico: la Pala di S. Gottardo del famoso pittore Nicolò Grassi; la pila dell’acqua santa che si trova a destra della porta di ingresso, del 1736, e dello stesso periodo è certamente ascrivibile il fonte battesimale a sinistra; paramenti sacri, soprattutto un piviale di notevole valore ed una croce del ‘600.
Sono da segnalare inoltre anche due dipinti: un crocefisso posto sul lato destro del coro e sul lato opposto un quadro di piccole dimensioni, di pregevole fattura, raffigurante i discepoli di Emmaus.
Gli affreschi che ornano l’interno della chiesetta sono opera del pittore Fantoni di Gemona.
Di notevole pregio inoltre v’è l’affresco del fronte semicircolare sopra l’altare maggiore raffigurante S. Giorgio. L’affresco centrale che forma la volta del soffitto, raffigura la SS. Trinità ed ai costoni sono raffigurati i quattro evangelisti.