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2a DOMENICA DI PASQUA anno C   27 aprile 2025

Se tocchi l’uomo ferito nel corpo, se rialzi l’uomo che sprofonda

nella miseria, non sei lontano dal tuo Dio

            ACCOGLIENZA Celebriamo oggi la Seconda Domenica di Pasqua.

C’è un dono che attende i discepoli in quello stesso giorno di Pasqua, così come otto giorni dopo, sconvolto dall’annuncio della risurrezione. Ed è proprio dalle mani ferite di Gesù, dal suo costato squarciato dalla lancia che essi ricevono la pace. Il passaggio attraverso la croce non è stato un incidente di percorso: il Risorto reca i segni della passione anche sul suo corpo glorioso. È lì, infatti, nell’esperienza drammatica della cattura, della condanna e della morte che si è rivelato il suo amore in tutta la sua forza, capace di trasformare la nostra storia individuale e collettiva.

Da questa Liturgia impariamo a vivere il mistero della domenica, perché il Signore risorto sia al centro della nostra quotidianità

            Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.

E con il tuo spirito.

PER CHIEDERE PERDONO

Noi non siamo disposti, o Dio, ad accogliere la pace che il tuo Figlio ci dona: troppe grettezze, troppo egoismo, troppa cattiveria inquinano il nostro cuore. Per questo ti preghiamo di liberarci dal male e di perdonare i nostri peccati.

Signore Gesù, perdonaci se non accogliamo come dono prezioso la tua pace e non siamo ferventi nel testimoniarti risorto; abbi pietà di noi. Signore pietà!

Cristo Gesù, perdonaci se, come Tommaso, pretendiamo sempre altre conferme perché la nostra fede è fragile e piccola; abbi pietà di noi. Cristo pietà!

Signore Gesù, perdonaci se non siamo vivaci nel credere che tu sei “Mio Signore e mio Dio”, come ci hanno testimoniato i tuoi primi discepoli; abbi pietà di noi. Signore pietà!

            Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Amen.

            GLORIA a Dio nell’alto dei cieli

e pace in terra agli uomini amati dal Signore

Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

PREGHIAMO

O Padre, che nel giorno del Signore raduni il tuo popolo per celebrare colui che è il Primo e l’Ultimo, il Vivente che ha sconfitto la morte, donaci la forza del tuo Spirito, perché, spezzati i vincoli del male, ti rendiamo il libero servizio della nostra obbedienza e del nostro amore, per regnare con Cristo nella gloria. Egli è Dio e vive con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO

Al centro della Liturgia della Parola vi è oggi l’incontro di Gesù Risorto con Tommaso, il discepolo incredulo, simbolo di tanti credenti nelle loro difficoltà. Gesù Risorto, presente in mezzo a noi, ci aiuta a vivere quotidianamente il dono della fede, che richiede slancio e fiducia.

PRIMA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli (5,12-16)

Gli apostoli facevano molti prodigi e miracoli in mezzo alla gente. I credenti, di solito, si riunivano sotto il portico di Salomone. Nessun altro osava unirsi a loro, eppure il popolo aveva grande stima di loro. La comunità cresceva sempre di più, perché aumentava il numero di uomini e di donne che credevano nel Signore. I malati venivano portati perfino nelle piazze: li mettevano sui giacigli e sulle barelle, per fare in modo che Pietro, passando, li potesse sfiorare almeno con l’ombra del suo corpo. Molta gente accorreva anche dai villaggi vicino a Gerusalemme: portavano i malati e quelli che erano tormentati da spiriti maligni e tutti quanti venivano guariti.

Parola di Dio.  Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 117,1-4.22-27) Rit. Rendete grazie al Signore perchè è buono: il suo amore è per sempre.

Lodate il Signore: egli è buono, eterno é il suo amore per noi. Tribù d’Israele, cantate: eterno è il suo amore per noi. Discendenti di Aronne, cantate: eterno é il suo amore per noi. Fedeli del Signore, cantate: eterno è il suo amore per noi.

Rit.

La pietra rifiutata dai costruttori è diventata la pietra principale. Questo é opera del Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi! Questo è il giorno, che il Signore ha fatto facciamo festa e cantiamo di gioia! Rit.

Donaci, Signore, la vittoria! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. E noi, dal suo tempio, vi benediciamo! Dio, il Signore, ci illumina. Rit.

SECONDA LETTURA

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (1,9-11.12-13.17-19)

Io sono Giovanni, vostro fratello in Cristo e vostro compagno nella persecuzione, nella costanza, nell’attesa del regno di Dio. Ero in esilio nell’isola di Patmos, perché avevo annunziato la parola di Dio e la testimonianza portata da Gesù. Un giorno, era il giorno del Signore, lo Spirito si impadronì di me e udii, dietro di me, una voce forte come una tromba, che diceva: «Quel che vedi, scrivilo in un libro e manda il libro alle sette chiese». Mi voltai per vedere chi stava parlando con me, e vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo a loro, qualcuno simile a un uomo. Portava una tunica lunga fino ai piedi e una fascia d’oro sul petto. I suoi capelli erano bianchi, come lana, come la neve. Aveva gli occhi ardenti, come il fuoco. Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi, comemorto. Ma egli pose la mano destra su di me e disse: «Non spaventarti. Io sono il Primo e l’Ultimo. Io sono il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre. Ho la morte in mio potere, in mio potere é il mondo dei morti. Scrivi dunque le cose che vedi: prima le cose presenti e poi quelle che presto accadranno.

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, alleluia.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto: beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno!

VANGELO

Dal vangelo secondo Giovanni (20,19-31)

La sera di quello stesso giorno, il primo della settimana, i discepoli se ne stavano con le porte chiuse per paura dei capi ebrei. Gesù venne, si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò dicendo: «La pace sia con voi!». Poi mostrò ai discepoli le mani e il fianco ed essi si rallegrarono di vedere il Signore.

Gesù disse di nuovo: «La pace sia con voi! Come il Padre ha mandato me, così io mando voi». Poi soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non saranno perdonati».

Uno dei dodici discepoli, Tommaso, detto Gemello, non era con loro quando Gesù era venuto. Gli altri discepoli gli dissero: «Abbiamo veduto il Signore». Tommaso replicò: «Se non vedo il segno dei chiodi nelle sue mani, se non tocco col dito il segno dei chiodi e se non tocco con mano il suo fianco, io non crederò». Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo lì, e c’era anche Tommaso con loro. Le porte erano chiuse. Gesù venne, si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò: «La pace sia con voi». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il dito e guarda le mani; accosta la mano e tocca il mio fianco. Non essere incredulo, ma credente!». Tommaso gli rispose: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Tu hai creduto perché hai visto; beati quelli che hanno creduto senza aver visto!». Gesù fece ancora molti altri segni miracolosi davanti ai suoi discepoli. Quei miracoli non sono stati scritti; ma questi fatti sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Messia e il Figlio di Dio. Se credete in lui, per mezzo di lui avrete la vita.

Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.

            PROFESSIONE DI FEDE

IO CREDO IN DIO, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

            PREGHIERA DEI FEDELI

La fede è un dono di Dio, ma è anche un seme affidato alle nostre cure. Chiediamo a Dio di spargere generosamente la fede tra noi e nel mondo. Uniamo le nostre voci nella preghiera:

Mio Signore e mio Dio, ascoltaci!

1. Rendi la Chiesa trasparenza della tua misericordia. Testimoni la tua universale paternità e annunci la salvezza che viene dal tuo Cristo risorto, come profonda liberazione interiore dall’egoismo e dal peccato, preghiamo.

2. Rendi il cuore dell’uomo un luogo di pace e di amore. Sulla terra non ci siano più guerre fra i popoli e le nazioni ma rispetto e collaborazione vicendevole, preghiamo.

3. Rendi amabile ai nostri occhi il volto di ogni fratello, fa’ che siamo capaci di vedere in lui i lineamenti del tuo volto e soccorrerlo in ogni suo bisogno e necessità, preghiamo.

4. Rendici capaci di perdono. Tu che nella Pasqua del tuo Figlio ci hai donato lo Spirito Santo, riammetti tutti nella tua intimità e ridonaci la gioia del tuo amore, preghiamo.

5. Rendici capaci di portare in noi l’immagine dell’uomo celeste. Al tramonto di questa vita fa’ che possiamo incontrarti nel tuo regno, dove Cristo vive con te e ci attende per farci partecipi della sua gioia, preghiamo.

            (Diciamo assieme) Che ne sarebbe della nostra vita se tu, Signore Dio, non avessi più cura di noi? Ti ringraziamo perché tu ci hai restituito Gesù Cristo, riscattandolo dalla morte che noi uomini gli avevamo inflitta. Egli vive e regna per i secoli dei secoli. Amen

SULLE OFFERTE

Accogli con bontà, Signore, l’offerta del tuo popolo tu, che ci hai chiamati alla fede e rigenerati nel Battesimo, guidaci alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito.

In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore.

Rendiamo grazie al Signore il nostro Dio.

È cosa buona e giusta.

È bello poter ripetere le parole di Tommaso e riconoscere Gesù come Signore e Dio, il Figlio che hai mandato perché sia il Salvatore di tutti.

Mostrando i segni gloriosi della passione Gesù conferma il legame tra morte e risurrezione, la forza che nasce dal dono pieno e definitivo, destinato a cambiare la storia dell’umanità e a rivelare a tutti che tu sei Padre di misericordia perché hai cura di tutti i tuoi figli. Tu lo presenti a noi come vincitore della morte e del peccato manifestazione della tua bontà, conferma che siamo tuoi figli e in lui offri ad ogni uomo la tua Alleanza. Illuminati dalla luce del Vangelo che fa risplendere la bellezza del tuo volto con gli angeli e Santi del cielo, eleviamo la lode che sale a te da tutto il creato: Santo…

Preghiamo insieme: Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro vescovo Riccardo, i presbiteri e i diaconi. Ricordati anche dei nostri fratelli e sorelle, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e, nella tua misericordia, di tutti i defunti: ammettili alla luce del tuo volto. Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, san Giuseppe, suo sposo, gli apostoli e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi, e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua lode e la tua gloria.

AL PADRE NOSTRO

Pur non avendo visto Gesù, noi crediamo fermamente che egli è il Cristo, il Figlio di Dio; credendo abbiamo la vita nel suo nome e ci riconosciamo figli dello stesso Padre. Pertanto, con la fiducia e la libertà dei figli, diciamo insieme: Padre nostro…

SCAMBIO DI PACE

Nello Spirito del Cristo risorto, scambiamoci l’augurio pasquale della pace.

DOPO LA COMUNIONE

O Dio onnipotente, la forza del sacramento pasquale che abbiamo ricevuto continui a operare nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Amen.

    GESÙ MISERICORDIOSO

Dio eterno, la cui misericordia è infinita e in cui il tesoro della compassione è inesauribile, rivolgi a noi uno sguardo di bontà e moltiplica in noi la tua Misericordia, affinché, nei momenti difficili non ci perdiamo d’animo e non smarriamo la speranza, ma con la massima fiducia ci sottomettiamo alla tua santa volontà, la quale è Amore e Misericordia. Amen.

BENEDIZIONE

Dio, che nella risurrezione del suo Figlio unigenito ci ha donato la grazia della redenzione e ha fatto di noi i suoi figli, vi dia la gioia della sua benedizione. Amen.

Il Redentore, che ci ha donato la libertà senza fine, vi renda partecipi dell’eredità eterna. Amen.

E voi, che per la fede in Cristo siete risorti nel Battesimo, possiate crescere in santità di vita per incontrarlo un giorno nella patria del cielo. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.  Amen.

Mio Signore e mio Dio!

Per credere, Tommaso ha bisogno degli occhi e delle mani. Non gli bastano gli occhi e le mani degli altri dieci; non gli basta sentire dagli altri: «Abbiamo visto il Signore!». Vuole verificare anche con i propri occhi e le proprie mani: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi […] e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». E Gesù lo accontenta, ritornando dopo otto giorni proprio per lui: «Tendi la tua mano e mettila nel mio fianco»; «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani». In Tommaso a questo punto scatta la fede: «Mio Signore e mio Dio!». Ma invece di ricambiare questa bella professione di fede con un complimento a Tommaso, Gesù fa i complimenti… a noi: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto». Noi, in effetti, crediamo in Gesù risorto senza avere visto né toccato il suo corpo. Però anche noi, per credere, abbiamo bisogno di vedere e toccare qualcosa: altrimenti la fede sarebbe un sogno, un’immaginazione, un’astrazione. I nostri occhi e le nostre mani non possono sperimentare direttamente la risurrezione di Gesù, ma qualcosa devono poter vedere e toccare: nessuno arriva alla fede se non sperimenta qualcosa di concreto, se non tocca e non vede qualcosa. Ma che cosa? Cos’è che vede e tocca Tommaso?

Tommaso vede e tocca delle ferite: mette la mano nel fianco di Gesù che era stato trapassato dalla lancia del soldato; vede le mani di Gesù piagate dai chiodi della croce. Noi a volte pensiamo che per credere occorra sperimentare dei segni straordinari, vedere dei fenomeni strabilianti, assistere a dei miracoli indiscutibili. Invece Tommaso crede perché vede e tocca delle ferite; Gesù gli appare «credibile» perché non cancella il suo passato di sofferenza e di amore portato fino all’estremo, non rinnega la croce, non volta pagina, ma si porta dietro i segni di quell’amore che ha voluto condividere tutta la sofferenza umana. Il Risorto è credibile perché mantiene le tracce dell’amore e del dolore. Una fede matura, una fede che arriva a riconoscere in Gesù – come fa Tommaso – il «mio Signore e mio Dio», ha bisogno anche oggi di vedere e toccare le ferite.

Il credente non tiene le mani in tasca, ma le tende verso le ferite di Cristo e degli altri. Il credente non si copre gli occhi per non vedere, ma punta lo sguardo sulle piaghe di Gesù e degli uomini. La fede parte dal contatto con le ferite del Signore, cioè dalla convinzione di essere amati da lui fino all’estremo, fino a poter dire con san Paolo: Cristo «mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Se non parte da questa convinzione – di essere infinitamente amato da Dio – la mia fede si riduce a una tradizione, a delle regole, a qualche devozione: e diventa un peso. Ma poi subito la fede cerca le ferite degli uomini, per condividerle e portarvi un raggio di risurrezione. Per condividerle, prima di tutto. Il credente non può dare delle risposte preconfezionate, non può dire facilmente parole di vita di fronte al dolore e alla morte, se prima non ha condiviso, se prima non ha toccato le ferite. Solo chi condivide prima le ferite, solo chi ha il coraggio di guardarle e toccarle, ha il diritto di dire una parola di vita e risurrezione e può donare qualche goccia di speranza. Allora sì che la fede può fare miracoli: far risorgere con il perdono delle relazioni che erano morte; ridare vita e coraggio, con l’accoglienza e l’aiuto concreto, a persone che erano sepolte dalla miseria materiale e morale; tirare fuori dalla tomba della solitudine e dell’isolamento chi aspetta solo una mano amica e uno sguardo affettuoso. Questi miracoli noi li sperimentiamo ogni giorno, quando la fede si traduce nella carità, quando la fede ha il coraggio di giocarsi con le ferite umane per alleviarle.

Informazioni interparrocchiali

IOVEDÌ 1° MAGGIO 2025

ARTA: MATRIMONIO DI FRANCESCO CUCCHIARO E AGNESE SCHIAVA

DOMENICA 4 MAGGIO

PIANO: NELLA SANTA MESSA DELLE ORE 11.00 SI RICORDA IL XXX DI PAOLO DERTON

CALENDARIO

LUNEDÌ 5 MAGGIO

ARTA: ORE 18.00 XXX DELLA MORTE DI ESTER BERGAGNINI

GIOVEDÌ 8 MAGGIO

CABIA: ORE 20.00 XXX DI MARIA D’ORLANDO

VENERDÌ 9 MAGGIO

PIANO: ORE 20.30 INCONTRO DI PREGHIERA IN PREPARZIONE DELLA CELEBRAZIONE DEL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

Suore: Cedarchis 334 18 52 226 – 348 566 3540

don Ivo 334 57 85 102; e-mail: ivodereani@gmail.com

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ORARI SANTE MESSE

PIANO: FESTIVO 11.00; PREFESTIVO sabato ore 18.00 FERIALE lunedì e martedì ore 18.00 – ARTA: FESTIVO ore 10.00; – CEDARCHIS: FESTIVO ore 10.00; FERIALE: mercoledì ore 18.00 – PIEDIM: FESTIVO ore 11.00; FERIALE: giovedì ore 18.00 – CABIA: FESTIVO ore 9.00; FERIALE venerdì ore 18.00 – RIVALPO-VALLE: FESTIVO ORE 9.45 – LOVEA: FESTIVO ORE 11.15